Ieri mattina in Via Pascoli (località Le Crete) 90 dipendenti della DITEC hanno indetto una sciopero totale manifestando pacificamente davanti i portoni dello stabilimento.

Il motivo della protesta è semplicemente questo: con una nota sintetica e priva di qualsiasi ulteriore chiarimento la direzione ha comunicato che nel 2013 la succursale altinate chiuderà per la delocalizzazione dell’attività all’estero. Punto.

Immaginate – visto anche il particolare periodo che stiamo vivendo – quale possa essere ora lo stato d’animo di questi 90 lavoratori – e relative famiglie – fra i quali molte mamme e molte giovani coppie che stanno affrontando degli impegni economici a fronte di un serio progetto di vita.
La protesta di ieri si è svolta con modalità estremamente pacifiche nonostante la gravità della situazione; i lavoratori sono ancora sotto shock e non riescono a capire come possa succedere un simile “disastro”. La domanda che si pongono – e che ci dobbiamo porre tutti – è questa: con quale diritto un’azienda che fino ad oggi ha fatto buoni profitti può decidere di lasciare sulla strada cento famiglie – se non il doppio, visto l’indotto locale strettamente legato alla produzione – senza dover garantire nulla a nessuno?

Questi concittadini si aspettano un forte intervento delle autorità locali, provinciali e regionali perché non è semplicemente giusto che un’azienda in buono stato di salute possa “disfarsi” di una parte di società senza rendere conto a nessuno.

La DITEC non è senza commesse, anzi: il lavoro non è mai mancato e non vi sono ombre per il futuro. La realtà è che nel vortice della “crisi” i proprietari hanno deciso di smobilitare la fabbrica per portare la produzione nei paesi orientali, dove la manodopera costa meno e dove quindi possono fare più profitto.

Esprimiamo pertanto la nostra totale solidarietà verso queste 90 persone e le loro rispettive famiglie con l’impegno di sollecitare un interessamento concreto da parte dell’Amministrazione Comunale, e altre istituzioni interessate, affinché si trovi una soluzione sostenibile per il mantenimento dei posti di lavoro e quindi della dignità di queste famiglie.