Pubblichiamo qui di seguito alcuni estratti della Delibera di Giunta n° 61 del 29 maggio 2012 “Lavori di completamento della nuova piazza San Michele” dalla quale risultano chiare le motivazioni e i costi relativi al taglio dei 4 tigli avvenuto il 1° giugno.
Il documento è stato pubblicato nel sito del Comune il 28 giugno 2012 (link) e consta di due file, che rendiamo scaricabili qui di seguito e che vi consigliamo di leggere integralmente:
La prima cosa che salta all’occhio è che gli alberi non sono stati abbattuti perché ammalati, come affermato dal sindaco Conte sul Gazzettino del 5 giugno, ma semplicemente per una questione estetica, perché cioè «impedendo che lo sguardo dei cittadini arrivi fino all’edificio posto in fondo alla Piazza, non permettono una visione complessiva dello spazio, privando tra l’altro il cittadino della sensazione di essere abbracciato dall’edificato»…
Ma ecco, in premessa, la sintesi delle motivazioni (tra le quali si intravede il progetto di proseguire nello scempio anche lungo via Manzoni).
«Acquisito che:
- la zona di recupero urbano sita tra via Stazione, via Marconi, via 25 Aprile e Via Manzoni è incorniciata da numerosi tigli;
- hanno sicuramente valore ambientale e paesaggistico i tigli in via Marconi in quanto si presentano in forma di filare molto fitto e risultano perfettamente inseriti nell’ambiente urbano circostante in quanto ubicati su marciapiedi di ampia larghezza in spazi opportunamente realizzati;
- in via Manzoni i tigli si presentano in forma più rada e risultano piantumati o direttamente sulla sede stradale oppure nelle aree destinate a parcheggio. In alcuni casi essendo adiacenti alle abitazioni causano notevoli problematiche agli inquilini (caduta foglie e presenza rami negli spazi privati) e richiederebbero continui interventi di potatura (che oltre ad essere molto costosi, risultano addirittura dannosi per le piante stesse);
- in Piazza San Michele (lungo via Stazione) nel 2010 sono stati rimossi due tigli in quanto deceduti;
- la rimozione dei due tigli ha oggettivamente tolto il valore paesaggistico al filare alberato lungo via Stazione;
- i tigli rimasti in Piazza San Michele fronte via Stazione da un punto di vista urbanistico e architettonico, impedendo che lo sguardo dei cittadini arrivi fino all’edificio posto in fondo alla Piazza, non permettono una visione complessiva dello spazio, privando tra l’altro il cittadino della sensazione di essere abbracciato dall’edificato;
- la valorizzazione dello spazio “Piazza” risulta fondamentale per il COMUNE in quanto la Piazza è per definizione il “luogo” della comunità locale in quanto centro delle attività culturali, sociali e commerciali;
Ritenuto pertanto opportuno procedere con l’abbattimento dei quattro tigli indicati nell’allegato 1 con le lettere da A a D; al fine di valorizzare sia da un punto di vista estetico architettonico sia da un punto di vista sociale Piazza San Michele»
Ricapitolando, la valorizzazione architettonica e sociale della piazza giustifica l’abbattimento di quattro alberi sani, di quasi 60 anni, parte integrante del patrimonio identitario oltre che ecologico del paese, fermo restando – come si trova scritto subito dopo – che:
«il verde pubblico costituito dai parchi urbani, dai giardini pubblici, dal verde delle scuole e degli altri edifici di proprietà comunale, dal verde sportivo, dal verde cimiteriale, dalle alberature stradali e dalla vegetazione piantumata nelle aiuole stradali o spartitraffico, svolge funzioni ecologiche, urbanistiche e sociali, migliora la qualità della vita urbana ed è pertanto un bene da tutelare e valorizzare».
Insomma, il verde è bello e rende l’uomo più socievole. Però piuttosto che in forma di alberi ombrosi e longevi (ma esteticamente non in linea con gli ambiziosi progetti urbanistici e architettonici delle ultime amministrazioni, compresa l’attuale) meglio se somministrato in forma di quadratoni di erba semi-sintetica come quelli messi giù in fretta e furia assieme a una profusione di piante di roselline due giorni prima dell’inaugurazione del nuovo Municipio (avvenuta il 23 giugno): erba e rose che a fatica han resistito alle insidie del torrido fine giugno, vedendo una persona impegnata mattina e pomeriggio ad annaffiarle con quantità spropositate di acqua (sicuramente potabile).
Ultimo dettaglio, il costo dell’operazione. Secondo le affermazioni del sindaco Conte riportate dal Gazzettino del 5 giugno, «i soldi dell’abbattimento sono inclusi nell’opera complessiva per la piazza che comprenderà anche la sistemazione del porfido». Messa così sembrava che tutto rientrasse nei lavori di collegamento tra il sagrato della chiesa e la piazza, ad opera (e a carico) dell’ATER. E invece – magie della lingua italiana – era già previsto che la spesa fosse a totale carico della collettività, con un costo preventivato di 3.850,00 euro.
L’atto di deliberazione, infine, contiene un’espressione che fa riflettere su quel concetto purtroppo ancora così sfuggente di responsabilità politica. La Giunta, infatti, «delibera di approvare, da un punto di vista tecnico» l’operazione, come se “da un punto di vista politico” la stessa non fosse stata da approvare.
Come già successo (per esempio nel caso della presunta discarica di eternit alle Crete), si cerca di scaricare la responsabilità politica di metodi o scelte impopolari sui tecnici, quando un’amministrazione viene votata perché faccia delle scelte politiche prendendosene tutte le responsabilità. E quella di sacrificare 4 alberi (inseriti in un “anello” verde che da 60 anni caratterizza la piazza del nostro paese) per l’estetica di una piazza fino ad ora mai esistita è – e sicuramente è stata, anche se si vuol far credere il contrario – una scelta politica, non tecnica.
Voi cosa ne pensate?