[pubblicato su “per quarto” informa di novembre/dicembre 2012]

Il Parco Naturale Regionale del fiume Sile viene istituito con Legge Regionale n° 8 del 28 gennaio 1991 al fine di «tutelare i caratteri naturalistici, storici e ambientali del territorio del fiume Sile». Comprende in tutto o in parte il territorio dei seguenti Comuni: Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Morgano, Quinto di Treviso, Treviso, Silea, Casier, Casale sul Sile, Roncade e Quarto d’Altino (11 comuni). Le provincie interessate sono quella di Padova, Treviso e Venezia.

Gli organi decisionali del Parco sono: il Consiglio (composto da 40 consiglieri, compreso il presidente), il Comitato esecutivo (composto da 7 persone), 5 Commissioni consiliari (composte dai consiglieri stessi), il Comitato scientifico (composto da 9 membri, di cui alcuni esterni), i revisori dei conti (3 persone). Il Presidente del Parco viene nominato dal Consiglio, il Direttore dalla Regione Veneto. I consiglieri componenti il Consiglio vengono nominati dai rispettivi Consigli comunali di appartenenza (3 consiglieri per comune di cui di norma 2 eletti dalla maggioranza, 1 dalle minoranze); poi ci sono 5 consiglieri per la Provincia di Treviso, 1 per la Provincia di Padova e 1 per la Provincia di Venezia. In tutto 40 consiglieri.

Le decisioni importanti vengono prese dal Comitato esecutivo, e il Consiglio in pratica ratifica le decisioni prese dalla maggioranza politica del Parco (a volte anche a posteriori – “ora per allora” –, come è successo in uno delle ultimissime sedute del Consiglio…).

Il bilancio consuntivo 2011 dell’Ente è consistito nella bellezza di circa 9 milioni di euro (poco più del bilancio del nostro Comune).

Dalla emanazione del Decreto Legge n° 95/2012 sulla Revisione della spesa pubblica (spending review) l’Ente Parco è in piena bufera politica per tentare di sopravvivere al suo ridimensionamento se non addirittura alla sua soppressione. Ma serve questo “carrozzone” oppure è giunto il momento di fare veramente pulizia di tutti questi piccoli enti che non gestiscono le risorse e il territorio come dovrebbero?

I cittadini degli undici comuni interessati dal Parco conoscono solo le difficoltà, le negazioni e le spese continue richieste da procedure spesso lunghe e assurde per poter modificare una finestra, un cancello, un abbaino o una recinzione di una abitazione che esiste da sempre in quel territorio. Contestualmente vedono realizzarsi opere ciclopiche lungo il fiume, che sono evidentemente fuori contesto ma che stranamente vengono concesse dal parco senza grandi difficoltà.

Tutto questo non può continuare, e pensiamo che sia giunto il tempo di fare delle serie verifiche sulla funzionalità e sulla efficienza reale di questo ente, perché è stata persa completamente di vista la sua missione principale e il risultato lo possiamo vedere soprattutto nel territorio di Quarto d’Altino.

Tutto questo non è più accettabile! Un ente simile non solo non serve, ma così come è strutturato può solo fare ulteriori danni irreversibili al territorio. Abbiamo bisogno di contenere i costi inutili, dare risposte veloci ai cittadini e soprattutto tutelare veramente i caratteri naturalistici e storici del fiume.

Per raggiungere questi obiettivi probabilmente non serve la presenza di un altro ente, basta semplicemente che i comuni interessati dal fiume (ma soprattutto quelli che intendono veramente rispettare la sua storia e la sua naturalità) firmino un protocollo di intesa sugli interventi possibili e quelli non possibili all’interno della fascia di rispetto del fiume, con una particolare attenzione all’aspetto ambientale, naturalistico e idrologico del corso d’acqua.

Il Comune di Quarto è e si è sviluppato lungo il Sile, e diventa quindi indispensabile progettare un futuro del paese strettamente collegato al futuro del fiume.

Qualsiasi sia la soluzione futura, l’amministrazione altinate dovrà impegnarsi fortemente per la salvaguardia ambientale e la tutela urbanistica lungo il fiume: cosa che in questi ultimi anni, anche se presente nel Comitato esecutivo oltre che nel Consiglio del Parco, non ha certamente fatto, anzi.