In questi giorni sono stati potati i cinque grandi pini domestici (volgarmente detti “pini marittimi”) che si trovano di fronte all’ex municipio di Quarto d’Altino. Un lavoro che da tempo andava fatto e che – a detta di chi se ne intende – è stato eseguito a regola d’arte.
Tale intervento, oltre ad aver giovato sicuramente alle piante, ha reso ancora più evidente la “monumentalità” di questi alberi, così umili eppure così caratteristici e importanti per il centro del nostro paese, in quanto ultima oasi d’ombra della piazza dopo che i “giardinetti” delle vecchie scuole elementari sono stati smantellati per far spazio agli edifici della nuova piazza San Michele.
Ci auguriamo che questo intervento sia un primo simbolico passo dell’amministrazione verso un definitivo dietro front rispetto alla «demolizione» dei pini prospettata nella “Presentazione sintetica” della ristrutturazione dell’ex municipio e relativa piazza antistante, da noi fermamente contestata in consiglio comunale in occasione dell’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche 2012-2013-2014 (leggi l’articolo, al paragrafo “Là dove c’era l’erba…”). Una prospettiva – quella della «demolizione» o trapianto dei pini perché ostruirebbero la visuale dell’edificio ristrutturato, secondo la stessa logica del taglio dei tigli in piazza San Michele (leggi l’articolo) – contestata anche dai rappresentanti delle associazioni del paese durante un incontro con gli architetti incaricati della progettazione del Centro culturale che dovrebbe sorgere negli spazi dell’ex municipio (su cui torneremo prossimamente); tanto che nel progetto preliminare da poco presentato alle minoranze gli alberi sembrerebbero rimanere lì dove sono sempre stati.
Quelle piante, quei pini, fanno parte del nostro «bene comune», della nostra identità urbanistica, quindi vanno conservati e valorizzati, non «demoliti», e nemmeno spostati altrove, perché non sopravvivrebbero. E allo stesso modo andrebbero valorizzate e potenziate le aiuole che li contengono, ma non con piante e fiori, bensì con della semplice erba, anche al posto dell’asfalto ormai inutile dei vecchi parcheggi del comune. Si ridarebbe così alla piazza il suo “giardinetto” ombroso, dove il cittadino o il turista di passaggio può sostare senza il timore di calpestare qualcosa che non si può calpestare, approfittando magari del manto erboso per sdraiarsi a leggere un libro – magari preso in prestito nella nuova biblioteca che sorgerà al piano terra dell’ex municipio.
Lunga vita quindi ai nostri pini domestici!
Speriamo davvero che questi maestosi pini marittimi possano essere salvati. Solo l’ignoranza, che è l’origine di tutti i mali, potrebbe “distruggerli”…
Giancarlo G.
Alberi
Sempre fermi, sempre ritti,
sempre zitti,
come impavidi soldati,
stanno i buoni alberi, armati
sol di foglie e fiori e frutti,
di cui fanno dono a tutti.
Tutto danno quel che hanno
e per sè tengono solo
un gorgheggio d’usignolo
un fischietto di fringuello
un sussurro di ruscello.
(D. Valeri)