Pur trattandosi di un provvedimento che caldeggiavamo da sempre, e che avevamo proposto ufficialmente alla maggioranza già un anno fa nell’ambito dell’approvazione del bilancio di previsione 2012, durante l’ultimo consiglio comunale il gruppo “per quarto” si è astenuto dal votare l’istituzione dell’imposta di soggiorno.
Il perché dell’astensione
Il motivo dell’astensione è che la maggioranza ha fatto tutto alla rovescia, in modo pasticciato e con obiettivo principale quello di salvare il bilancio e non quello di rilanciare e potenziare la proposta turistica locale (Altino, il Sile, la laguna, in quell’intreccio unico e secolare tra acque e terre che essi rappresentano), come previsto dall’art. 4 del DL 23/2011:
«Il relativo gettito [dell’imposta di soggiorno] è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali».
Manca infatti nella proposta della maggioranza una progettualità concreta finalizzata all’istituzione di servizi che agevolino il turista nella scoperta delle bellezze del nostro territorio, e che mettano in moto un meccanismo virtuoso (e a costo zero) di marketing indiretto (il vecchio “passa parola”…)
La destinazione dell’imposta
Dei 160mila euro di introiti previsti per il secondo semestre del 2013 (l’imposta entrerà in vigore a luglio), di sicuro si sa che 10mila euro concorreranno (assieme alla sponsorizzazione annuale degli esercenti) a stampare una nuova e meno prestigiosa Welcome Card, che verrà distribuita gratuitamente ai turisti. 10mila euro su 160mila: appena il 6%! Per il resto siamo ancora fermi alle ipotesi, alle dichiarazioni estemporanee e – ovviamente – ai suggerimenti (come se non fossero mai arrivati).
Stando così le cose, sono da comprendere le perplessità e le preoccupazioni degli albergatori, che sulla Welcome Card hanno investito tempo, energie e denaro, nella speranza (o con la promessa…) che l’imposta di soggiorno non sarebbe stata introdotta.
Invece, quella che doveva essere l’alternativa alla «coercitiva» imposta di soggiorno (così l’aveva definita la Sindaca quando a proporla eravamo noi…), è destinata a diventare uno “zuccherino” per turisti e operatori del settore.
E pensare che – a detta degli albergatori – la Welcome Card a pagamento non stava andando poi così male. Ma come ha ammesso la Sindaca durante l’ultimo consiglio, è un sistema di introito troppo lento (e anche poco prevedibile, aggiungiamo noi). Se solo ci fosse arrivata un po’ prima, se solo l’approccio fosse stato diverso e se fosse esistita una progettualità solida a monte, magari ora anche gli albergatori vivrebbero in modo più sereno l’introduzione dell’imposta.
Conclusioni
La nostra convinzione rimane comunque quella che senza una progettualità seria il nostro territorio non avrà mai le attrattive necessarie per uno sviluppo turistico indipendente dalla vicina Venezia.
L’imposta di soggiorno, per poter essere giustificato agli occhi del turista e degli operatori del settore, deve portare ad iniziative concrete e che puntino ad aumentare la percentuale di quel turismo “lento e sostenibile” che attualmente risulta fortemente penalizzato rispetto a quello “mordi e fuggi”, di chi cioè alloggia a Quarto d’Altino solo perché è comodo per Venezia.
Ribadiamo quindi con forza la nostra proposta di studiare da subito la possibilità di istituire, grazie all’imposta di soggiorno, un bus-navetta elettrico ad uso sia dei turisti che dei cittadini residenti nelle frazioni che colleghi il capoluogo e le frazioni più prossime (San Michele e Le Crete) con Altino e Portegrandi.