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Durante il consiglio comunale di ieri – 4 giugno 2013 – il consigliere di “per quarto” Luigino Varin, nell’ambito della discussione sull’approvazione della proposta di delibera “Applicazione del DL 35 dell’8/4/13: fissazione del numero di rate, delle scadenze e della modalità di riscossione della TARES per l’anno 2013”, ha voluto sottolineare con forza due aspetti fondamentali legati alla Tares:

  • il metodo con il quale il governo centrale continua a caricare di tasse ingiuste i cittadini;
  • la modalità stessa di riscossione di questa ulteriore tassa (pari a 0,30 € per mq di superficie abitabile o commerciale/produttiva), che verrà riscossa del gestore del servizio raccolta rifiuti (nel nostro caso Veritas) mimetizzandosi quindi nella bolletta del servizio stesso;

proponendo di conseguenza al consiglio, come segnale forte di protesta contro una tassa ingiusta e non equa, un’astensione unanime dalla votazione.

Il presidente del Consiglio, nella persona della Sindaca Conte, ha “attaccato” furiosamente il consigiere Varin definendo la sua esternazione una «pagliacciata».

Pagliacciata, secondo il dizionatio Treccani, significa «buffonata, buffoneria […] comportamento, atto poco serio […] arlecchinata, buffonata, buffoneria, burattinata, carnevalata, farsa […]». Di conseguenza, il suo contrario è: “Cosa seria, importante”.

Recentemente il sindaco di Silea, Silvano Piazza, ha proposto una giornata di lutto cittadino in segno di protesta contro la Tares. Il sindaco di Zero Branco, Mirco Feston, gli ha fatto eco proponendo una rivolta dei sindaci contro questo tributo ritenuto “illegittimo”, con conseguente ricorso alla Corte costituzionale.

La proposta di “rivolta” dei due sindaci veneti ha raccolto l’adesione di 50 comuni, tra i quali il Comune di Quarto d’Altino.

Quello che ci chiediamo è: ma se il nostro Sindaco ha definito l’esternazione e relativa proposta del consigliere Varin una «pagliacciata», dobbiamo forse dedurre che anche le iniziative dei due sindaci e dei 50 comuni aderenti alla protesta fanno parte soltanto di una “grande pagliacciata”?

Oppure c’è una spiegazione diversa a giustificazione della perdita di controllo, in pieno consiglio comunale,  di un sindaco che arriva al limite dell’offesa personale contro un consigliere di minoranza che dimostra più determinazione e coraggio del sindaco stesso?

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