Al consiglio comunale dell’8 maggio ci siamo astenuti dall’approvare il piano triennale delle opere pubbliche 2012-2013-2014.
La proposta di delibera prevedeva la realizzazione, nei prossimi tre anni, di due opere:
- punto informativo ad Altino (spesa prevista 100.000 euro)
- ristrutturazione della sede storica del municipio per ricavare la nuova biblioteca e spazi per la associazioni (spesa prevista 1.130.000 euro).
La nostra attenzione si è concentrata sulla ristrutturazione del municipio, per la quale già in commissione avevamo evidenziato l’impossibilità di votare un impegno economico così elevato in mancanza di uno progetto preliminare, visto e considerato che l’unica risorsa a disposizione per l’opera è un contributo per l’anno 2012 di 200.000 euro (reperito dalla precedente amministrazione) mentre la restante parte è previsto arrivi da alienazione di immobili di proprietà del Comune.
UN PROGETTO CHE SI TRASCINA DA 20 ANNI…
Per quanto riguarda la mancanza di progetto preliminare, ricordiamo che l’inclusione di un’opera pubblica nell’elenco annuale è subordinata all’approvazione di uno studio di fattibilità per i lavori di importo inferiore a 1.000.000 di euro, e all’approvazione del progetto preliminare per i lavori di importo superiore a 1.000.000 di euro.
La “Presentazione sintetica” presentata ai consiglieri prima della commissione del 4 maggio (4 giorni prima del consiglio…) tutto si può dire che fosse fuorché un progetto preliminare: un’esposizione delle caratteristiche funzionali e tecniche composta di 7 miseri punti, tre dei quali presentavano ripetizioni dovute a un maldestro copia-incolla. Leggere per credere:
E sì che non si tratta di un progetto recente, in quanto della ristrutturazione del palazzo del municipio e del «recupero dello spazio urbano circostante» se ne parla da quasi venti anni, ovvero da quando il sindaco Borga iniziò a immaginarsi il nuovo centro del paese, con l’atrio di ingresso del municipio trasformato in una specie di galleria aperta da un lato sulla piazza, dall’altro su un viale alberato che finiva sul Sile… (qualcuno si ricorda ancora il plastico che troneggiava a casa sua a metà degli anni ’90).
Poi arrivò Badalin, la rottura con Borga, lo standby di ogni decisione politica in merito. Poi arrivò Marcassa (inizialmente appoggiato da Borga) e l’idea riprese vigore come contropartita del progetto faraonico (e poco limpido, a tal punto che a neanche due anni dalle elezioni tre consiglieri di maggioranza diedero le dimissioni e passarono all’opposizione) della Planet sull’area dell’ex consorzio agrario (2002); progetto successivamente trasformato in Piano di recupero (2005), concesso in cambio non più della ristrutturazione del municipio storico ma della realizzazione del nuovo padiglione del municipio, essendo intervenuto nel frattempo lo sfratto del comune dagli spazi di proprietà della Cassa di Risparmio.

Il centro secondo il Piano di recupero proposto dalla Planet – architetto Caprioglio – in cui si nota il "dirottamento" del progetto di recupero del municipio storico nella realizzazione del nuovo padiglione
LA FAVOLA DELLE ALIENAZIONI
Per quanto riguarda invece il reperimento dei fondi per la realizzazione dell’opera, ricordiamo che anche la palazzina ex-Ater acquistata dall’amministrazione Marcassa per ricavarci biblioteca e centro culturale doveva essere finanziata da alienazioni (per un totale di 1,8 milioni di euro), nello specifico del terreno di proprietà comunale all’angolo tra via 25 Aprile e via 1° maggio, ma l’asta andò deserta e nonostante i problemi di bilancio fossero già più che evidenti, fu comunque deciso di procedere all’acquisto mediante un leasing finanziario che peserà sulla spesa corrente del comune (già fuori controllo…) dei prossimi 20 anni per circa 100mila euro l’anno (tra rata del leasing e interessi).
Va da sé che la nostra preoccupazione, ora, è che si dia inizio alla ristrutturazione del municipio storico grazie ai 200.000 euro finanziati, per poi trasformarsi nell’ennesima opera “incompiuta” del paese (si vedano i vari Piani di recupero mai partiti, e sui quali per anni si sono fatti voli pindarici in fatto di opere pubbliche, compresa la stessa ristrutturazione del municipio…).
Tra l’altro durante lo stesso consiglio comunale dell’8 maggio scorso si è approvato il Programma delle alienazioni immobiliari per l’anno 2012 il quale comprende praticamente tutti gli alloggi popolari ancora in carico al comune, per un valore complessivo di 600.000 euro.
A patto che tali alloggi si riescano a vendere velocemente, con questi soldi non arriviamo nemmeno al tetto del centro culturale, anzi: se dividiamo i 1.130.000 euro previsti per i circa 1000 mq da ristrutturare, risultano 1.130 euro/mq (iva inclusa), che comprendono anche il recupero della piazza fronte-municipio («demolizione [!] dello spazio a verde e la realizzazione di pavimentazione in porfido») e del piazzale retrostante («demolizione dell’edificio fatiscente ubicato dietro il municipio», ovvero la sede storica dei corsi di musica altinati, nonostante la proposta dell’associazione Diapason&Naima di ristrutturare a proprie spese l’edificio, viste e considerata la nuova vocazione “culturale” che l’amministrazione vuole dare all’area).
Ovviamente arredi e allestimenti di biblioteca e centro culturale non sono compresi in quel prezzo. Ma se teniamo conto che nel progetto commissionato nel 2002-2003 dalla prima amministrazione Marcassa per la realizzazione della “casa della cultura” (biblioteca + centro culturale) nell’edificio ex-Ater in piazza San Michele erano stati previsti, per l’avvio della nuova biblioteca, 800.000 euro spalmati su due anni (comprensivi di arredi, strumenti, personale, formazione etc.), risulta chiaro che anche se si riuscisse a vederlo finito entro il 2014, questo “centro culturale”, passeranno anni prima di poterlo vedere opportunamente allestito e funzionante.
IL RESTO PUÒ ASPETTARE
Riassumendo: nessun progetto preliminare nonostante si stia parlando di un’opera nota ai più da quasi venti anni, nessuna sicurezza di copertura finanziaria, o comunque concentrazione di tutte le risorse più facilmente ricavabili dalle alienazioni dei beni del comune investite su un’unica grande opera, anzi: sull’ennesima grande opera di piazza San Michele.
Ecco infatti la “lista della spesa” relativa al centro del capoluogo negli ultimi anni:
1.750.000 euro per il nuovo padiglione comunale (progettato nel 2005, inaugurato nel 2010)
1.800.000 euro edificio ex-Ater in piazza San Michele (progettato nel 2002 e acquistato nel 2010)
328.000 euro per adibire lo stesso a nuova sede del comune (stanziati nel 2011, inaugurazione prevista per il 22 giugno 2012)
1.130.000 euro per ristrutturare il vecchio municipio per biblioteca/centro culturale/casa associazioni (fine prevista: 2014)
TOTALE: 5 milioni di euro.
E le frazioni? Evidentemente possono aspettare, nonostante lo stato di estrema sofferenza in cui versano, così come può aspettare chi ogni giorno vorrebbe poter muoversi attraverso il nostro territorio (perché ci abita, o perché lo vuole visitare) in modo sicuro e semplice. Interventi per la mobilità, insomma, che è altra cosa rispetto alla viabilità, perché è molto più vicina al concetto di vivibilità (almeno come lo intendiamo noi).
Perché quindi non ripartire equamente sul territorio i pochi soldi che – visto l’aria che tira – potremmo permetterci di spendere (il condizionale è d’obbligo…) nei prossimi 5 / 10 anni? Per quanto si possa ritenere importante per il nostro paese (e noi lo riteniamo) il ruolo della biblioteca, degli spazi per la cultura e per le associazioni di promozione sociale e culturale, si sarebbe potuto pensare a qualcosa di meno impegnativo e quindi di più realistico, magari coinvolgendo con più ampio anticipo sia le minoranze che gli stessi cittadini (do you remember “partecipazione”?).
LÀ DOVE C’ERA L’ERBA…
Come se tutto ciò non bastasse, tra le poche cose che la “Presentazione sintetica” dell’intervento prevede c’è la «demolizione dello spazio a verde e la realizzazione di pavimentazione in porfido che rappresenti un continuum con la piazza realizzata dall’ATER e il sagrato della chiesa». Questo significa togliere quel poco di verde e di ombra che è rimasto in centro dopo la realizzazione della nuova piazza San Michele (nata in parte sopra un giardinetto pubblico), quando al contrario il centro necessita proprio di una zona di “respiro” e di “riparo” dal sole, ai fini della socializzazione.
Per chi, come noi, è abituato a seguire le vicende del paese e a tenerne memoria, sembra di stare a vedere un film visto fin troppe volte. Altro che “voltare pagina”, come ci eravamo sforzati di illuderci che questa maggioranza volesse fare quando, a settembre del 2011, votavamo a favore della proposta di modifica del piano triennale 2011-2012-2013: un piano – ereditato dalla precedente amministrazione – che in quanto “gonfiato” sulle altrettanto gonfiate voci di bilancio relative alle previsioni di entrata da alienazioni e oneri di urbanizzazione (vedi l’articolo L’eredità pubblicato sul nostro sito) necessitava di essere ridimensionato immediatamente, quanto meno in relazione all’anno in corso (il 2011).
A distanza di 8 mesi, e in pieno regime di austerity, ci saremmo aspettati un segnale diverso, di maggior buon senso e di maggiore equità, oltre che di maggior coinvolgimento e apertura al confronto. Ma purtroppo la conclusione è sempre la stessa…
Sono esterefatta di quello che vogliono fare a Quarto !!
Tutto si puo costruire ma senza toccare il verde !!! che è l’unica vera nostra risorsa . Senza di esso si creano quegli spazi pubblici invivibili, insostenibili specie d’estate, che renderanno deserta quella piazza . Fermatevi, o meglio fermateli !!non si può continuare con questa devastazione ! Tutti ormai dovremmo ben sapere quanti anni ci volgliono per avere piante maestose ed ombrose . uno spazio aperto di incontro tra la gente ha bisogno assolutamente di alberi , sono una risorsa insostituibile che devono rimanere nel tempo a creare un legame identitario tra noi , chi è passato e chi verrà dopo di noi . Mi appello al Sindaco : Silvia, da te questo non me lo sarei mai aspettato !!!
con tanta tristezza per l’uccisione delle sorelle piante ,
marcella