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La gestione dei rifiuti prodotti dalla società moderna è ormai una priorità mondiale, un problema drammatico da affrontare con decisione e obiettivi chiari.

La normativa di riferimento, gli accordi mondiali siglati sin dagli anni ’90 (1992: Summit della Terra di Rio de Janeiro; 1997-2005: Protocollo di Kyoto), la definizione di “sviluppo sostenibile” (così spiegato dalla Commissione Mondiale dell’Ambiente nel 1987 : «lo sviluppo sostenibile è quello che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro») ci impongono di avviare azioni concrete.

È purtroppo noto che la trasformazione ambientale causata dall’uomo al pianeta Terra negli ultimi 50 anni, in nome di un “benessere economico generale” ha causato dei danni irreversibili all’ecosistema mondiale e oltretutto non ha prodotto un “benessere diffuso”, come falsamente si dichiara, ma un continuo utilizzo e consumo di risorse mondiali a beneficio del 20% della popolazione mondiale. Il rimanente 80% vive in condizioni poco dignitose e spesso si trova involontariamente a gestire i rifiuti prodotti da altri.

Risulta altresì evidente che la società civile che produce più rifiuti urbani è di conseguenza la più ricca, ed è quindi evidente che la ricchezza presente deve rispondere anche ai costi di gestione dei rifiuti prodotti; è impensabile, insostenibile e oltretutto incivile perseverare nella consuetudine di “scaricare fuori casa” il rifiuto “prodotto in casa”, di qualsiasi genere esso sia.

Tutto questo non deve più succedere, e per questo motivo riteniamo che soprattutto questo Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali (approvato con D.G.R. n. 264 del 05/03/2013 dalla Giunta Regionale del Veneto) debba ispirarsi ai seguenti principi fondamentali ed irrinunciabili:

  • la produzione dei rifiuti urbani e speciali deve diminuire progressivamente e velocemente fino all’obiettivo “rifiuto zero”;
  • qualsiasi soluzione adottata per il trattamento del rifiuto non “riciclabile” deve produrre un materiale totalmente “inerte” cioè privo di conseguenze ambientali di qualsiasi tipo;
  • lo stoccaggio e il trattamento necessario alla “neutralizzazione” del prodotto non riciclabile deve essere effettuato all’interno del territorio regionale (con obiettivo finale lo stoccaggio entro il territorio comunale di competenza);
  • non deve essere permesso importare o esportare verso altri luoghi esterni alla regione (progressivamente al comune) nessun prodotto non riciclabile;
  • il costo del servizio di gestione rifiuti deve riferirsi al concetto di responsabilità “più inquino più pago”, con progressiva incentivazione verso l’obiettivo rifiuto non riciclabile = zero;
  • va attuata una politica di incentivazione alla ricerca e all’utilizzo di imballaggi (non solo alimentari) biodegradabili, eco-compatibili o comunque facilmente riciclabili, anche tramite una fiscalità che vada a colpire le aziende che fanno abuso di imballaggi non eco-sostenibili

Sulla base di questi principi il gruppo “per quarto” ha presentato in data odierna (21 maggio 2013) alla Regione Veneto alcune osservazioni puntuali al Piano.

Per quanto riguarda il nostro territorio comunale, come ribadito in più sedi (a partire già dalla campagna elettorale del 2011) auspichiamo un rapido passaggio ad un sistema di gestione dei rifiuti più efficiente e più equo. Con un po’ di coraggio e lungimiranza, si potrebbe prendendo a modello la soluzione adottata dal comune di Ponte nelle Alpi (BL), il quale ha affidato la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta a  Ponte Servizi Srl, una società di cui il comune è socio unico.

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