Venerdì 31 gennaio 2014, alle ore 20.45, presso il Centro Servizi di Quarto d’Altino (via Abate Tommaso) il Coordinamento Veneto NoTav presenta il libro “BINARIO MORTO” (ed. Chiarelettere), alla presenza dell’autore Andrea De Benedetti.

Vista l’importanza del tema, segnaliamo l’evento e invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare.

Dal libro…

Corridoio 5, ovvero 3.200 chilometri di ferrovia ad alta velocità che dovrebbero garantire promettenti sbocchi di mercato. Un “Eldorado”, secondo Piero Fassino, che però, nella migliore delle ipotesi, non comincerà a produrre benefici economici prima del 2073. Fantascienza pura. I due autori hanno provato a rifare tutto il percorso cercando di capire. Le sorprese non sono mancate. Il Portogallo ha già rinunciato, alla Spagna interessa solo l’alta velocità passeggeri e per le merci programma un binario unico, dopo Trieste il corridoio scompare, tanto che per raggiungere Lubiana bisogna prendere la corriera. Un viaggio nell’Europa più sconosciuta tra proclami altisonanti e la realtà povera di città, pianure, paesi, popoli senza una identità e una visione comuni. Un reportage che è la storia di una grande illusione. L’alta velocità interessa a pochi e a quei pochi interessa non per la sua portata globale ma per le ricadute a brevissimo termine sull’economia locale. Allora per quale ragione l’Italia deve spendere almeno due miliardi e mezzo in un tunnel? E di quale futuro stiamo parlando? “ (Quarta di copertina “Lisbona – Kiev. Binario Morto. Alla scoperta del Corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è”, Chiarelettere, 2012) Il Corridoio 5, il fantomatico TAV Lisbona-Kiev, che nel territorio veneto e friulano attraverserebbe la tratta Venezia – Trieste, esiste, esisterà mai nella realtà? Andrea De Benedetti e Luca Rastello hanno realmente viaggiato da Lisbona a Kiev inseguendo questa striscia sulla carta che ha scatenato l’immaginario della nostra classe politica. Per alcuni, come Cota, fulgido governatore del Piemonte, il TAV è “un’apertura psicologica all’Europa” per altri come Sergio Chiamparino è banalmente “il futuro”. E se invece fosse solo la regina di tutte le tangenti e del disastro ambientale, quando smetteremo di pagarla?

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