La nostra proposta di delibera sul nuovo museo di Altino, discussa durante il consiglio comunale di lunedì 16 marzo, è stata votata all’unanimità. Una «vittoria mutilata», però, visto che un emendamento proposto dalla maggioranza – e apertamente appoggiato dalla Lega – ha eliminato la parte per noi più importante della delibera, ovvero la richiesta, da sottoporre agli enti competenti, di poter accedere al piano di rilancio dell’area archeologica di Altino, in un’ottica di trasparenza e informazione.
A quanto pare la maggioranza – in versione allargata – è più interessata a mantenere i buoni rapporti con Ministero, Soprintendenza e Regione e a difenderne l’operato piuttosto che a conoscere la progettualità – in termini di obiettivi, contenuti, azioni e costi – che questi enti avrebbero sviluppato per Altino, e che dovrebbe costituire la “rotta” da seguire in futuro. La richiesta, introdotta con l’emendamento, di coinvolgere l’amministrazione e la collettività in un processo partecipato basato sul nulla ci sembra la solita pezza all’italiana.
Per il nostro gruppo il nuovo museo è una “grande opera culturale”, e in quanto tale dovrebbe seguire una procedura di Valutazione Culturale Strategica, così come avviene per le “grandi opere infrastrutturali” (TAV, ampliamento aeroporto, etc), sulle quali tutti, a partire dalle amministrazioni interessate, sono chiamati per legge ad esprimersi, progetti e numeri alla mano.
La “nostra” delibera per Altino l’abbiamo comunque votata, perché in questo momento qualsiasi azione in favore di Altino e del suo destino va portata avanti.
Il gruppo “per quarto”