[pubblicato su “per quarto” informa di novembre/dicembre 2012]

Durante l’estate, su invito di alcuni residenti, abbiamo organizzato due incontri per approfondire il problema degli allagamenti che si verificano in alcune zone del paese (nello specifico nelle aree più prossime al Sile di San Michele Vecchio, di via Piave e di via San Pio X) in occasione dei sempre più frequenti fenomeni di pioggia abbondante.

I due incontri ci hanno dato l’occasione per analizzare il Piano delle acque, approvato dalla precedente amministrazione durante il Consiglio Comunale del 23 marzo 2011. Un documento – redatto dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive – che è risultato poco aderente, sotto il profilo dell’accertamento del rischio idraulico, rispetto all’esperienza diretta (e storica) degli abitanti di quelle zone, e che comunque non ha ancora dato risultati in termini di interventi puntuali per la salvaguardia del territorio.

Da questi due incontri di analisi e confronto è nata l’esigenza da parte dei cittadini di sottoporre all’Amministrazione due lettere con le quali si chiede che venga tenuto conto – nell’ambito della redazione del PAT – di alcuni interventi specifici, da attuarsi sul breve e medio periodo.

In particolare, si è evidenziata la necessità:

  • della realizzazione di un bacino di laminazione unico lungo il Carmason, che serva a farne defluire l’acqua più rapidamente in caso di emergenza. Questo bacino potrebbe essere realizzato a cavallo del Carmason, nella zona tra via Primo Maggio e viale della Repubblica, e a mo’ di “parco umido”, ovvero un’area verde non attrezzata che nella maggior parte dell’anno può essere utilizzata come parco pubblico (com’era in origine per i “giardinetti” del Palazzetto).
  • della realizzazione di un collegamento tra San Michele Vecchio e il sistema di scolo che corre sotto alla Zona Artigianale, approfittando dei lavori di realizzazione della rotonda sulla SP41.
  • dell’installazione (già accordata ma mai realizzata) di un sistema di pompe alla fine di via Piave e via San Pio X.
  • di un’adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria sia della rete fognaria (pulizia dei fossi, dei tratti tombati del Carmason, etc.) che dei manufatti preposti alla regolamentazione idrica (ad es. la “porta a libro” sull’argine del Sile a San Michele Vecchio), nonché del ripristino e potenziamento della rete di fossi di laminazione lungo il Sile, specialmente in prossimità dell’area verde che corre lungo le vie Isonzo, Tagliamento e Piave.

Purtroppo nessuno dei tavoli di lavoro pseudo-partecipati descritti nel precedente articolo hanno dato modo ai cittadini di esprimersi con competenza e passione così come hanno potuto fare i partecipanti a questi due incontri sul Piano delle acque. Eppure l’argomento si trova citato – anche se nella penultima pagina – nel Documento preliminare utilizzato come base per gli incontri sul PAT.

Il nostro auspicio è che le richieste fatte pervenire dai cittadini all’Amministrazione e all’Ufficio di Piano (preposto alla redazione del PAT) vengano tenute in debito conto, come frutto di un tavolo partecipato, seppure… fuori programma.